Ne soffre un uomo su tre, ma solo 9 su cento vanno dal medico a curarsi. L'eiaculazione precoce (Ep) è la disfunzione sessuale maschile più comune tra gli uomini al di sotto dei 60 anni, eppure è anche la meno diagnosticata, forse perché parlarne, anche con un medico, crea disagio e imbarazzo. Di questo e altro si è parlato oggi a Madrid, in occasione della presentazione di una campagna europea di sensibilizzazione sul problema, dall'eloquente titolo: Not Just a Moment.
Non solo un momento. Nel 90% dei casi, chi soffre di Ep permanente arriva «a compimento» entro un minuto; il restante 10 tra uno e due minuti. Tanto per chiarire, si definisce permanente quella forma «cronica» di eiaculazione precoce – ossia l'incapacità di ritardare l'eiaculazione nel corso della penetrazione – che si manifesta sin dalla prima esperienza sessuale e accompagna chi ne soffre per tutta la vita; se invece la «velocità» è occasionale o improvvisa si parla di eiaculazione acquisita. In entrambi i casi, l'Ep può determinare nell'uomo senso di frustrazione, angoscia e disagio, e in alcuni casi portare anche alla rinuncia all'attività sessuale.
Questo perché molti credono che non ci sia soluzione a un disturbo che invece, ricordano invece i medici, avendo a che fare con il sistema nervoso e i livelli di serotonina, è più neurobiologico che psicologico e dunque trattabile. Stando così le cose, non stupisce che oltre il 60% delle partner di uomini affetti da eiaculazione precoce sia insoddisfatta della propria vita sessuale, e che il 60% degli uomini affetti da Ep sia convinto che la propria relazione sarebbe migliore se riuscisse a dare più «gratificazione» alla propria partner; infine, sempre il 60% dei maschi andrebbe da un medico a farsi curare.
Ma solo se glielo chiedesse la partner.
Fonte: www.cadoinpiedi.it
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