15enne stuprata, condannata a 100 frustate

02/04/13

Terra di turismo da cui trae la sua ricchezza, le Maldive salgono oggi agli onori della cronaca per una vicenda che vede protagonista una ragazza di quindici anni che, dopo essere stata stuprata per anni dal patrigno che ha anche ucciso il figlio da lei avuto, dovrà essere frustata per “sesso fuori dal matrimonio” con un altro uomo, di cui non si è saputo neppure il nome.
La ragazza, residente a Feydhoo (una delle 200 isole dell’arcipelago) non ha mai avuto l’appoggio di sua madre.
Questa, non osando denunciare la situazione e l’uomo protagonista delle vessazioni domestiche su sua figlia, ha collaborato con lui, prima al ritiro della ragazza da scuola, per ‘nascondere il pancione’, e poi alla soppressione del neonato nato dalle violenze, fino alla sua sepoltura in un giardinetto dove la famiglia aveva collocato una doccia.
La polizia, intervenuta dopo la scoperta dell’episodio, si è recata presso l’abitazione della famiglia arrestando la madre, il patrigno e, sorprendentemente anche la ragazza che, nel frattempo, aveva ammesso di aver avuto un rapporto sessuale con un altro uomo.
Secondo quanto appreso da Amnesty International, la minorenne è stata incriminata per “fornicazione”, reato punibile con le frustate ed eseguibile al raggiungimento della maggiore età.
Poiché la sentenza deve essere eseguita al compimento dei 18 anni, se giudicata colpevole, la ragazza dovrà rimanere agli arresti domiciliari fino a quella data, per poi essere sottoposta a quanto disposto dalla sentenza.
Il provvedimento ha dato origine a proteste da parte di organismi internazionali di difesa dei diritti umani e delle donne, prima fra tutte la Missione delle Nazioni Unite nelle Maldive che ha evidenziato il fatto che la protagonista della vicenda non è una persona colpevole, ma solo una vittima di abusi molteplici e continuati.
Le Maldive sono un paradiso per i turisti, ma non è sempre così per le donne che ci vivono. Se è vero che ci sono paesi in cui la sharia colpisce in modo anche più crudele le donne, alle Maldive è regola e legge che donne e bambine debbano essere punite con la frusta se riconosciute colpevoli di “sesso extraconiugale”.
I rapporti sessuali prematrimoniali sono proibiti, ma nonostante essi coinvolgano sempre un uomo ed una donna, il 90% delle persone punite sono donne.
Lo stupro è inoltre pratica comune, una donna su tre, tra i quindici ed i quarantanove anni, ha subito violenza sessuale o fisica, eppure, negli ultimi tre anni, nessun stupratore è stato condannato.
Episodi come questo non sono insoliti alle Maldive: nel 2009 una ragazza incinta di 18 anni ha ricevuto 100 frustate dopo l’ammissione di avere avuto rapporti sessuali con due differenti uomini. Nel settembre scorso, infine, un tribunale ha ordinato la fustigazione pubblica di una 16enne «colpevole» di aver avuto una relazione sessuale prematrimoniale.
Su Waheed, presidente delle Maldive, sono sempre più forti le pressioni per cambiare questa legge, una pressione globale che ha lo scopo di annullare un provvedimento inaccettabile che colpisce, al solito, le donne.
Se il turismo rappresenta il maggiore introito di questa parte del mondo, denunciare episodi simili può essere l’unico modo per colpire interessi economici molto forti e mettere fine ad una vera e propria guerra alle donne, creando nello stesso tempo, una seria minaccia alla reputazione delle isole con pubblicità shock su riviste di viaggio e online.
Paradossalmente è di questi giorni la candidatura delle Maldive e del suo governo ad un incarico di primo piano sui diritti umani all’ONU, con un programma di tutela dei diritti delle donne.
Il presidente Waheed ha deciso di chiedere al procuratore generale del suo paese di fare ricorso contro la sentenza di cui è vittima la ragazza, ma gli estremisti presenti nel paese faranno di tutto per impedire modifiche alla legge esistente.

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