Un anno in ufficio solo con lo smartphone

26/03/13



Interessante esperimento, quello tentato dall'uomo di affari statunitense Benjamin Robbins: un anno fa ha deciso che per il proprio lavoro, per tutto il proprio lavoro, non si sarebbe servito che di uno smartphone. Niente PC o tablet. Solo un Samsung Galaxy Note, affiancato da un mouse Bluetooth, una tastiera pieghevole ed un adattatore per TV o monitor HDMI.
Questa scelta, apparentemente bizzarra, ha dato così origine ad un ancora più bizzarro anno sabbatico mobile durante il quale Robbins, co-fondatore di una società di consulenza di Seattle, ha descritto la propria esperienza con una vasta mole di articoli sia sul proprio blog personale sia sul quotidiano britannico The Guardian e, infine, sul portale Enterprise Mobility Forum. Ora che l'esperimento è finito, penserai che Robbins sia entusiasta di tornare finalmente a lavorare al proprio PC per dirimere la routine quotidiana, giusto? Sbagliato.
Lo spiega lo stesso consulente in una intervista a CITEworld: “Gli esseri umani sono creature abitudinarie. In un anno mi sono abituato a svolgere il mio lavoro in una modalità a cui adesso, onestamente, faccio molta fatica a rinunciare. Certo, le prime settimane di mobilità totale sono state durissime, ma ora come ora proprio non riesco a immaginare di tornare ad utilizzare un PC come mio strumento di lavoro principale".
Uno dei maggiori vantaggi conseguiti grazie alla scelta di dismettere il proprio computer è stato un enorme guadagno in termini di velocità di accesso ai dati, particolarmente apprezzato dai clienti del consulente: “Prima mi capitava spesso di trovarmi in situazioni in cui dovevo scusarmi perché non avevo a disposizioni i dati necessari. Ora, invece, la frase "devo tornare in ufficio" è completamente scomparsa dal mio vocabolario”.
Tra i maggiori problemi avvertiti, sin dai primi giorni, la mancanza di accesso ad un file system vero e proprio: “Consiglio a chiunque voglia provare a seguirmi in questa avventura di considerare con estrema attenzione dove conservare i propri dati e come spostarli, soprattutto quando si tratta di file di grandi dimensioni. Per quel che mi riguarda, ho finito con il servirmi in maniera particolarmente intensa di servizi di storage cloud-based come Box e Dropbox”. La mancanza di un file system visibile direttamente all'utente dalla maggior parte delle applicazioni, in effetti, secondo Robbins è una delle principali mancanze a cui prima o poi i produttori dovranno trovare una soluzione, per andare incontro agli utenti che hanno necessità di creare e gestire contenuti anche sui dispositivi mobili. “Comunque, mobile non deve per forza significare onnipresente. C'è un momento per il telefono e un momento per stare con le persone. Siamo noi che dobbiamo controllare la mobilità e non viceversa”.
Un'ulteriore mancanza con cui il consulente di Seattle ha dovuto per forza confrontarsi è stata l'impossibilità di vedere il contenuto di più applicazioni e le schede del browser contemporaneamente. Anche se, secondo lui, si tratterebbe più che altro di una questione di ordine di pensiero: “Anche se ci piace ritenere di essere in grado di fare più cose contemporaneamente, la verità è decisamente un'altra”.
Qual è, dunque, per Robbins il dispositivo ideale? “Per come la vedo io, il telefono dovrà diventare sempre più smart e capace di riconoscere i diversi contesti di utilizzo. Così, una volta connesso ad uno o più monitor, dovrà essere in grado di adattarsi alla loro risoluzione e approfittare del diverso ambiente di lavoro per consentire funzionalità aggiuntive all'utente”.
La sua idea si avvicina molto al fallimentare Motorola Atrix – lo smartphone che si trasformava in pc – e a quella di Canonical. che poche settimane fa, durante il Mobile World Congress di Barcellona, ha presentato la propria soluzione Ubuntu per tablet, telefoni e PC.
Il computer potrebbe finire, dunque, per essere un dispositivo mobile in grado di collegarsi a schermi di diverse dimensioni e ad una tastiera; qualora ce ne fosse bisogno, poi, potrebbe trasformarsi di volta in volta in tablet, PC o in un sistema di home entertainment: “Dal punto di vista pratico, è innegabile che alcune necessità ergonomiche siano imperdibili, nonostante i progressi della tecnologia attuale. Posso affermare con una certa sicurezza che non riusciremo a fare a meno di monitor e tastiera ancora per un bel po' di anni”. Ma esiste una funzionalità a cui il nostro Mobile-Only Man non potrebbe proprio rinunciare? “Qualunque sarà il mezzo che sceglierò di usare, non posso fare a meno delle chiamate”. 

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