Presi a calci e pugni perché si baciavano in un parcheggio di San Donà di Piave. Ennesima aggressione omofoba nel Sandonatese. Ennesime ferite che se magari si rimarginano in fretta fisicamente, continuano a sanguinare dentro. A fare male nella mente. Nella testa.
Un 23enne del Veneto orientale ha scritto una mail allosportello Lgbte del Veneto orientale, associazione "in trincea" per i diritti e contro le discriminazioni del mondo omosessuale, raccontando di un'aggressione patita da lui e il suo compagno in parcheggio vicino a un locale pubblico di San Donà. La violenza è scattata giovedì 21 marzo. Improvvisa.
«Mentre ci stavamo baciando – racconta il malcapitato, che preferisce non rendere pubblico il proprio nome – abbiamo sentito un sasso di piccole dimensioni arrivarci in testa. Poi si sono avvicinati questi due ragazzi, dal volto mezzo travisato, italiani, non era molto ben chiaro, e ci hanno sferrato due pugni e uncalcio». Poi in pochi istanti gli aggressori se ne sarebbero andati. Secondo il racconto, avrebbero riportato comunque lievi ferite: due graffi e un livido alla spalla. Ma il calcio e i pugni hanno lasciato il segno: «Abbiamo deciso di non denunciare – spiega il 23enne -. Viviamo nel terrore, nella paura. I miei genitori pensano che io sia malato, mi mandano dallo psicologo. Dicono sempre che "una buona cura mi farà diventare normale". Cosa dobbiamo fare?».
Fonte: www.ilgazzettino.it
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